Attraverso sperimentazioni, i Laboratori di Quartiere hanno permesso di consolidare metodologie sempre più specifiche, strumenti e tecniche di coinvolgimento dei cittadini, identificati a seconda dell’obiettivo da raggiungere, dei soggetti coinvolti e della fase del percorso.
Il punto centrale di questi due anni è stato, e continuerà di fatto a essere, quello di analizzare e leggere il territorio attraverso le proposte, i bisogni, le potenzialità emerse grazie Laboratori di Quartiere. A supporto della presenza costante sul territorio, e come spazi e momenti di attivazione cittadina volti a far emergere priorità, bisogni, indicazioni e proposte su aree specifiche del quartiere, i Laboratori di Quartiere forniscono strumenti e opportunità per costruire risposte e definire progetti condivisi con la cittadinanza.
Nei due anni si è lavorato su temi che hanno delle ricadute concrete su diverse scale del territorio, alternando percorsi a scala cittadina, cioè rivolti a tutta la città di Bologna, a scala di quartiere o a zone più circoscritte, rivolgendosi di volta in volta a soggetti diversi. I processi di coinvolgimento dei cittadini si fondano su un ciclo progettuale ormai consolidato.
La cornice: allineamento interno
Il lavoro si avvia attraverso un allineamento con i soggetti interni all’Amministrazione: la parte politica (a livello comunale e di quartiere) e la parte tecnica, con i Settori di riferimento dello specifico percorso, l’Ufficio di cittadinanza attiva e gli Uffici reti dei singoli quartieri. In questa prima fase, vengono preparati gli atti amministrativi necessari, si condividono gli obiettivi, si definiscono i margini entro cui si può implementare il processo di partecipazione e si scambiano conoscenze, informazioni e dati sul tema in oggetto, definendo quindi la cornice entro cui si lavorerà per raggiungere risultati realmente fattibili e concretizzabili.
I rappresentanti: coinvolgimento dei Corpi intermedi
Generalmente il percorso di coinvolgimento della cittadinanza si avvia attraverso incontri rivolti alle associazioni e alle comunità più attive territorialmente, definiti “Corpi intermedi”, identificati come i rappresentanti della cittadinanza e i portatori di interesse, che si contraddistinguono anche per avere una conoscenza approfondita su temi specifici e un punto di vista privilegiato sul territorio. Con questi soggetti si declina il tema del percorso a scala di quartiere, andando a disegnare una prima analisi dell’argomento e di come questo si traduce nei singoli territori, si fanno emergere le prime istanze, le prime questioni problematiche, le risorse dei luoghi che potrebbero servire di supporto e si amplia la platea dei soggetti, andando a identificare altre persone che potrebbero essere interessate a partecipare. Con questa fase che prevede incontri a invito per ognuna delle aree coinvolte, si avvia un percorso in grado di perseguire una modalità d’ingaggio a “cerchi concentrici”, andando man mano ad allargare il gruppo dei soggetti coinvolti.
Apertura: coinvolgimento a diverse intensità di tutti i cittadini
A seguito degli incontri con i Corpi intermedi, il percorso si apre a tutti i cittadini con l’obiettivo di arrivare al maggior numero e alla maggior varietà di persone possibili. Si realizzano incontri orientati alla condivisione degli obiettivi, all’integrazione dell’analisi già impostata dai corpi intermedi e all’emersione delle prime proposte progettuali. Gli incontri con i cittadini variano spesso di numero in base all’obiettivo di ogni percorso: solitamente, dopo una fase di allineamento, condivisione ed emersione delle prime proposte, segue un periodo di co-progettazione e, se il percorso lo permette, anche di collaborazione. Partendo da forme assembleari (assemblee di quartiere), si passa a incontri più ristretti, anche alla presenza di tecnici dell’Amministrazione, per permettere di progettare più efficacemente in un confronto a piccoli gruppi. È questo, per esempio, il caso del Bilancio partecipativo che, dopo la fase in cui emergono le proposte, prosegue con la co-progettazione con i cittadini fino ad arrivare alla definizione dei progetti esecutivi. Lo sforzo che in questa fase la Fondazione persegue è garantire la possibilità a tutti i cittadini di partecipare. Da un lato, mettendo in pratica i “metodi di ingaggio” e gli strumenti di comunicazione che si ritengono più adatti per il tema trattato e, dall’altro, prevedendo modalità diverse di partecipazione che permettono livelli di coinvolgimento più o meno intensi, anche con strumenti digitali (voto online, consultazioni, questionari, quaderni degli attori, ecc). L’obiettivo è garantire diverse possibilità di partecipazione, passando dal digitale (ad es. voto online, che consente di esprimere la propria preferenza per un progetto), a incontri reali, in cui si può progettare un contributo collaborando con altre persone.
Chiusura: esecuzione e monitoraggio dei progetti
Infine, un’ultima fase prevede, da una lato, la realizzazione dei progetti emersi (il caso del Bilancio partecipativo) o della consegna delle linee emerse per la costruzione di politiche o bandi (per esempio riguardo ai bandi rivolti ad adolescenti) e, dall’altro, il monitoraggio. L’obiettivo della Fondazione è garantire che l’esecuzione sia corrispondente alle attese, con attività di supporto e indirizzo verso l’Amministrazione e di aggiornamento e rendicontazione verso le comunità. La durata di questa fase può essere molto variabile a seconda del tipo di prodotto da realizzare (diverso è se si devono elaborare dei bandi o realizzare progetti fisici di miglioramento del territorio), è quindi possibile che nei percorsi che prevedono tempi lunghi di realizzazione, sia necessario mantenere vivo il dialogo tra cittadini e Amministrazione. Si può quindi aprire la possibilità di una sottofase che riguarda la “progettazione dell’attesa”, che consiste nel realizzare momenti di monitoraggio dei progetti e condivisione di tempistiche di realizzazione, coniugando aspettative e tempi previsti dalle normative.
A supporto di ogni fase:
- la trasparenza e l’accessibilità sono da considerare elementi trasversali ai processi: tutte le informazioni necessarie vengono condivise così da garantire una conoscenza equa per tutti con open data, mappe, infografiche, prodotti fotografici (reportage) e video;
- metodologie, tecniche di facilitazione e di co-progettazione sono alla base del lavoro con i cittadini, si mettono in campo interviste, focus group, Workshop scenario, assemblee di quartiere, Ost (Open Space Technology), World cafè, laboratori progettuali, Planning for real, ecc., che compongono la cassetta degli attrezzi della Fondazione per un lavoro collaborativo tra la cittadinanza e l’Amministrazione e che permettono di costruire un dialogo più diretto e proficuo.