Sostenibilità, integrazione e spontaneità negli spazi pubblici e nei parchi
I cittadini immaginano un quartiere in cui il senso di comunità e i rapporti interpersonali siano valorizzati, partendo dall’attenzione alla sostenibilità, dal recupero delle aree dismesse, da una maggiore cura nei confronti di spazi verdi a libera fruizione. Si immagina un quartiere con strade e condomini sociali dove promuovere iniziative e laboratori per creare aggregazione per diverse fasce d’età (bambini, preadolescenti, adolescenti, giovani e anziani).
Incentivare la mobilità dolce e regolare gli accessi
Il “silenzio” e la “mobilità dolce” sono elementi desiderati per il miglioramento della vivibilità. La viabilità deve essere progettata con nuovi percorsi ciclabili funzionali alle esigenze di mobilità quotidiana, in cui si moltiplicano anche spazi di sosta e d’incontro. I percorsi ciclopedonali devono collegare luoghi di interesse nel quartiere e renderne possibile la fruizione, con un occhio di riguardo anche ai luoghi del turismo. Un quartiere più vivibile è sicuro e attento alla pedonalità, soprattutto in prossimità dei plessi scolastici e favorisce il trasporto pubblico in sostituzione a quello privato e nell’ottica dell’intermodalità, attraverso agevolazioni delle tariffe e mezzi condivisi (bike e car sharing). Si richiedono maggiori connessioni tra il quartiere e il resto della città e per il centro storico e la zona T emerge l’esigenza di regolamentare e riorganizzare tempi e modalità di accesso dei mezzi privati e di trasporto, immaginando nuove regole di coesistenza negli spazi. Importante è il monitoraggio e il miglioramento della qualità dell’aria.
Cultura, educazione ed economia per l’inclusione sociale fuori dal centro
La cultura deve favorire l’inclusione e l’aggregazione dei giovani e delle categorie svantaggiate, soprattutto nelle zone periferiche. Per i giovani è prioritario offrire opportunità di formazione e di lavoro attraverso partnership tra scuole, Università e imprese, valorizzando anche gli antichi mestieri, al fine di una maggiore integrazione economica e sociale. Per il mondo delle imprese risulta inoltre necessario stimolare la collaborazione tra realtà produttive e soggetti del mondo del volontariato, nonché tutelare le piccole attività commerciali.
Il rafforzamento delle reti di comunità, in particolare nelle zone periferiche e di edilizia residenziale pubblica, è necessario per contrastare la povertà sociale e culturale: si immaginano nuovi centri di ascolto e accoglienza per rispondere ai bisogni dei soggetti deboli, percorsi di sostegno e incontro tra i cittadini, nuove esperienze collaborative (come le social street) e reti di socializzazione intergenerazionale nei centri sociali. La riqualificazione di spazi degradati potrebbe essere il veicolo di inclusione per i più fragili, dando vita a luoghi di scambio di competenze e costrastando l’isolamento relazionale e sociale. Scuole e biblioteche vengono identificate come ulteriori luoghi di inclusione. Si auspica che l’educazione sia uno strumento di integrazione, prevenzione del conflitto e lotta alla povertà culturale e si richiedono spazi dedicati all’aggregazione di preadolescenti e adolescenti, doposcuola, spazi di formazione e informazione per i giovani tra i 20 e i 30 anni, laboratori, percorsi formativi co-progettati con gli studenti e operazioni artistiche collettive.
Una zona universitaria bella, collaborativa e accessibile
Il quartiere Santo Stefano è fortemente caratterizzato dalla presenza dell’Università, che viene però percepita dagli abitanti come insicura e degradata, fortemente congestionata e caotica. Con il laboratorio dedicato alla Zona Universitaria, all’interno del progetto europeo ROCK, sono emersi diversi temi indirizzati soprattutto verso la costruzione di una nuova identità dell’area. La si immagina come luogo di aggregazione, incontro e cultura, da declinare in varie forme, anche fisiche, e come area caratterizzata da bellezza diffusa, accessibilità e senso di sicurezza. Si propone pertanto, attraverso azioni puntuali su piazza Rossini, piazza Scaravilli, l’area del Teatro Comunale e la zona Righi/Moline (U-Lab), di migliorare le connessioni con altre importanti aree del centro storico (come il Ghetto e la zona di via San Vitale), l’illuminazione e l’accessibilità. Allo stesso tempo è prioritario stimolare nei giovani che quotidianamente vivono e attraversano l’area senso civico e collaborazione, anche creativa, capace di innescare i processi di cura necessari per la zona.