- La città come una palestra diffusa
- Lo spazio pubblico per inclusione
- L’emergenza giovani
L’educazione è al centro dell’attenzione dei cittadini e cittadine che hanno partecipato ai percorsi partecipativi promossi dalla Fondazione. Diversi luoghi sono citati come una sorta di palestra di crescita diffusa: biblioteche, centri sociali anziani, scuole e tutti gli spazi collaborativi a uso civico presenti nei quartieri. In questi luoghi si creano i presupposti per costruire una città che educa e impara grazie a percorsi e laboratori artistici, sportivi, culturali, multimediali e di stimolo alla creatività e anche grazie ad attività ludiche orientate alla socializzazione e allo svago.
La diffusione di nodi sociali che integrano i luoghi formali dell’educazione necessita di una nuova governance a livello cittadino e/o di quartiere e di una stretta relazione con le politiche dello spazio pubblico, luogo e mezzo in cui si innescano attività di inclusione (si pensi al lavoro delle Educative di strada). Emerge inoltre una proposta di metodo: senza la co-progettazione di specifiche attività, senza il coinvolgimento dei ragazzi e ragazze, il rischio di fallimento delle progettualità è molto alto.
Il tema educativo si presenta dunque non solo come bisogno ma anche come risorsa potenziale per la città, essendo trasversale l’urgenza di dare spazio a diverse forme di espressione e di linguaggi.