Trasversalmente ai percorsi e ai quartieri i cittadini individuano in maniera ricorrente alcuni luoghi come punti di riferimento centrali e identitari per i diversi quartieri e zone della città.
Centri sociali
Trasversalmente ai percorsi partecipativi, i cittadini chiedono che i centri sociali siano spazi più aperti, soprattutto verso giovani e famiglie. Si immagina che questi spazi possano essere teatro di nuove collaborazioni con altre realtà e soggetti del territorio e possano svolgere una funzione privilegiata come punto di riferimento nei confronti di tutto il quartiere.
Circoli e spazi associativi
I cittadini li immaginano come luoghi di maggiore inclusione sociale attraverso lo sport, l’arte, la cultura e la creatività. Questi spazi devono essere luoghi di collaborazione, interculturalità, intergenerazionalità e incontro tra vari saperi (artigianali e digitali), valorizzando le sinergie che possono crearsi tra le numerose associazioni già attive nelle zone di interesse e superando la logica dell’uso esclusivo.
Centri giovanili
Si chiede di restituire a questi luoghi il loro valore come spazi di incontro e apprendimento per e con i giovani. In alcuni casi si immagina di poter sperimentare la creazione di spazi di “semi-autogestione” giovanile, che possono rappresentare anche un rifugio dove i giovani trascorrono il proprio tempo libero, socializzano o partecipano ad attività di loro interesse non solo come fruitori ma anche come protagonisti dell’ideazione e implementazione delle iniziative a loro rivolte.
Biblioteche di quartiere e aree circostanti
Sono luoghi da valorizzare in virtù del loro ruolo culturale, aggregativo ed educativo, nonchè di presidio sociale in territori spesso periferici e attraversati da fragilità sociali. Si richiede di incentivare attività che favoriscano l’incontro tra diverse generazioni e culture, garantendo un uso polifunzionale degli spazi, liberi nell’accesso e nella fruizione. In molti quartieri le aree intorno alle biblioteche sono punti di aggregazione per adolescenti, per i quali si sente la necessità di attivare percorsi di inclusione e attivazione capaci di intercettarne le energie e le passioni per costruire luoghi più riconoscibili e identitari per questa fascia di popolazione (v. caso del Pilastro).
Oratori e parrocchie
Sono riconosciuti come luoghi di aggregazione comunitaria, in alcuni casi capaci di svolgere un ruolo importante nella costruzione di un dialogo interreligioso e nella promozione dello scambio culturale, soprattutto con il mondo islamico. Alcune parrocchie ospitano inoltre iniziative, incontri e laboratori promossi da associazioni del territorio, capaci di lanciare messaggi di apertura, accoglienza, convivenza e solidarietà (es. Parrocchia di Croce del Biacco e Cantieri Meticci).
Mercati rionali
I mercati rionali bolognesi sono visti come luoghi a cui restituire valore sia dal punto di vista delle scelte di consumo che per creare spazi dove incontrarsi e socializzare. Questi spazi possono svolgere un ruolo di incontro intergenerazionale e di presidio sul territorio che garantisce la vivibilità e permette di intessere nuove relazioni e pratiche quotidiane.
Scuole e giardini scolastici
Le scuole possono essere vissute come luoghi polifunzionali e di riferimento per la comunità, spazi per occasioni di aggregazione e festa, anche in orario extrascolastico, che rendono possibile l’incontro tra abitanti diversi, diventando ulteriormente riferimenti di prossimità per i quartieri. La scuola diventa uno dei tasselli di una “città educante”, in cui anche gli spazi di aggregazione forniscono stimoli per la costruzione e la trasmissione di competenze, attraverso la realizzazione di attività laboratoriali, di collaborazione e di peer education. Deve essere migliorata l’accessibilità ai plessi scolastici, favorendo la mobilità sostenibile.
Parchi e giardini
Gli spazi verdi urbani sono luoghi che stanno a cuore agli abitanti dei quartieri che li percepiscono sempre più come spazi di incontro e socialità e che vorrebbero più aperti, accessibili e attrattivi. Riqualificare parchi e giardini si trasforma quindi in un’azione che favorisce l’animazione territoriale, in una prospettiva interculturale e intergenerazionale, per contribuire alla ritessitura di fiducia e rapporti attraverso la cura e la bellezza. E’ forte infine l’esigenza di mettere in comunicazione e sinergia le aree verdi con le aree costruite, per valorizzare le risorse naturalistiche e una nuova percezione della città, in cui sono garantite una maggiore accessibilità pedonale, sicurezza e sostenibilità.
Orti condivisi
Gli orti sono riconosciuti come spazi di aggregazione e di socializzazione che possono rappresentare anche uno spazio educativo intergenerazionale e di formazione sui temi della natura e della scoperta delle piante, della sostenibilità ambientale e della sovranità alimentare. Hanno anche lo scopo di abbellire l’estetica di uno spazio urbano, rendendo piacevole la vista e la fruizione di spazi verdi urbani.
Sentieri di collina
Nei quartieri Savena e Porto-Saragozza, prossimi alle zone collinari, i sentieri vengono riconosciuti come luoghi di interesse paesaggistico e culturale, di ampia fruizione e di creazione di aree di “decompressione” dalla vita urbana. Viene riconosciuto che la loro presa in carico presenta alcune criticità come ad esempio i passaggi in zone private e limiti normativi che questa discontinuità territoriale impone, ma si richiede con forza una loro valorizzazione.
Ville antiche
I cittadini immaginano questi luoghi in senso evolutivo, proponendone la rivalutazione al fine di creare poli di attrazione cittadina per la creatività e la cultura, veicolo di inclusione sociale per le giovani generazioni e le loro famiglie (questa esigenza è particolarmente sentita per Villa Spada). Alcune ville storiche possono diventare spazi polifunzionali per lo scambio e l’incontro intergenerazionale.
Monumenti storici e politici
Rafforzare la loro identità, la loro accessibilità fisica e il loro racconto significa valorizzare luoghi che favoriscono lo scambio intergenerazionale, la condivisione e la conoscenza reciproca ma soprattutto il senso di appartenenza al quartiere e la costruzione di identità stratificate e interculturali.
Musei
Viene richiesto di facilitare l’accesso (anche in senso economico) agli spazi culturali per una maggiore appropriazione e valorizzazione della memoria dei luoghi e della storia. Si immagina, tra le proposte, di potenziare i benefici che questi luoghi possono apportare al territorio circostante, essendo un’eccellenza culturale del quartiere e della città – oltreché un motore attivo per consolidare l’interesse turistico per la città di Bologna.
Fondazioni culturali
Vengono riconosciute come eccellenze culturali dei quartieri e della città e si auspica per loro maggiore valorizzazione e interazione per e con il territorio circostante.
Case della salute e aree adiacenti agli ospedali
L’accesso a questi spazi dovrebbe essere facilitato sia per quanto riguarda le infrastrutture (piste ciclabili, rampe, ecc.) che per quanto riguarda le modalità di accesso e di presa in carico, in modo da favorire il recupero dell’autonomia del singolo. I cittadini immaginano spazi di accoglienza inclusivi, spazi di incontro intergenerazionale e luoghi in cui i giovani possano incontrare supporto.
Piste di pattinaggio e bocciofile
Luoghi riconosciuti e riconoscibili come spazi di aggregazione libera ma che molto spesso versano in uno stato di abbandono e incuria. Per tale ragione essi necessitano di cura o di forte riqualificazione anche ripensando la vocazione per essere vissuti a pieno e per essere rifunzionalizzati per tornare ad essere spazi che promuovono aggregazione, attività sportiva e socialità anche per nuovi soggetti.
Ex aree militari
Sono luoghi che attraggono e stimolano l’immaginazione perché spesso sono spazi molto grandi e verso i quali si nutre un desiderio di riappropriazione. Si immaginano come luoghi in cui poter dare vita a distretti ibridi e innovativi, capaci di ospitare attività culturali, nuove imprese sociali e spazi di aggregazione polifunzionali.
Piste ciclabili e marciapiedi
Si lamenta il fatto che le piste ciclabili e i marciapiedi, riconosciuti dalla maggior parte dei partecipanti infrastrutture necessarie per accedere ai luoghi quotidiani della città, versino spesso in uno stato di incuria e poca manutenzione e siano quindi percepiti come poco sicuri, anche per l’assenza di protezioni da altre infrastrutture (es. strade ad alto scorrimento) adiacenti. Devono essere spazi sicuri, protetti e garantire l’accessibilità sia a luoghi della quotidianità che alle centralità cittadine (ad es. servizi). Forte è anche la richiesta di integrare ciclabili e collegamenti pedonali con zone 30/h, soprattutto in corrispondenza di punti di aggregazione e offerta di servizi sul territorio.
Strade
Le strade, oltre ad essere oggetto di confronto sulle politiche di mobilità e sulla progettazione della viabilità, sono state riconosciute dai cittadini come luoghi dove intercettare i bisogni delle persone a maggior rischio di emarginazione e degli adolescenti che spesso, non avendo riferimenti, frequentano la strada come luogo di aggregazione. La richiesta è quindi quella di aumentare le “antenne” sul territorio e i servizi di educativa di strada che permettono di avvicinare gli adolescenti nei loro posti più quotidiani.
Le strade sono anche luoghi di aggregazione organizzata, quindi spesso la richiesta è di aumentare nei quartieri le iniziative che invadono le strade per incontrarsi e fare festa.