In vista dell’avvio della fase di coprogettazione dei Laboratori di Quartiere, pubblichiamo le introduzioni dei dossier d’area consegnati ai cittadini partecipanti ai Laboratori e scritte dai sei Presidenti di Quartieri di Bologna. Di seguito, le parole e gli auspici di Rosa Maria Amorevole, Presidente del Quartiere Santo Stefano.
A seguito della Riforma dei Quartieri, a partire dal mandato politico per il quinquennio 2016/2021, le funzioni a questi assegnate sono modificate rispetto al passato. Il Quartiere opererà dunque nel monitoraggio e nella verifica dei servizi comunali erogati, lasciando alle Istituzioni preposte (IES, Servizi Sociali e ASP ad es.) la gestione diretta degli stessi, ma al contempo svilupperà maggiormente la sua vicinanza alla cittadinanza attraverso ascolto, confronto e lo sviluppo di partecipazione mettendo in pratica un vero e proprio lavoro di comunità.
Attraverso il lavoro di comunità si ha dunque un vero e proprio rinnovamento della programmazione locale, che riconosce la “partecipazione” come strumento utile per rispondere concretamente ai cambiamenti che ogni giorno viviamo, sia all’interno dei servizi sia all’interno della relazione tra cittadinanza/utenza; si intercettano così anche le nuove e trasversali dimensioni del disagio sociale, i nuovi bisogni di servizi o i cambiamenti necessari affinché un luogo pubblico possa divenire accogliente e permetta il suo miglior utilizzo da parte di tutti coloro che quel luogo frequentano.
Il Quartiere ha dunque una nuova centralità nelle politiche di comunità, divenendo riferimento e promotore per iniziative che coinvolgono persone o istituzioni, unite nel tentativo di migliorare – attraverso iniziative collegiali – il luogo in cui vivono, lavorano o studiano, le relazioni e tra le persone e, in ultima analisi, il benessere e la qualità della vita presente sul territorio. Per giocare a pieno questa nuova centralità ci siamo dotati dell’Ufficio reti e Lavoro di Comunità, strumento operativo necessario per promuovere la più ampia partecipazione possibile a questo processo. Nel rispetto delle regole, infatti, sarà tramite efficace per mettere in relazione le proposte e le competenze del territorio, facilitando al contempo la capacità progettuale e di superamento delle difficoltà esistenti per i soggetti in rete sul territorio. L’integrazione fra uffici, la realizzazione di reti che consentano ai cittadini singoli o associati di incontrarsi, di lanciare proposte da condividere con l’Amministrazione in vista della rigenerazione urbana dei beni comuni, rappresentano una nuova metodologia di lavoro per migliorare il Quartiere S. Stefano a favore di cittadine e cittadini residenti e non solo.
La Riforma dei Quartieri ed i processi di sviluppo di partecipazione hanno la loro base nelle tante sperimentazioni o nelle realtà di collaborazione con la cittadinanza o con le associazioni che il Comune di Bologna ha maturato in molti anni: il rapporto con le libere forme associative, Collaborare Bologna, i Patti di Collaborazione, solo per fare qualche esempio. Oggi tutte queste esperienze sono fonte di ispirazione per modelli avanzati di promozione della partecipazione, più che in altre città. Ricordo che i Patti di Collaborazione, solo a titolo di esempio, oggi sono oltre mille, e coinvolgono circa seimila cittadine e cittadine. I tavoli tematici di approfondimento, formati da Amministrazione e persone che in quel luogo vivono, i laboratori di co-progettazione, i Patti di Collaborazione, i rapporti formalizzati con le libere forme associative sempre di più oggi rappresentano nuove forme di ascolto e di risposta alle mutate esigenze della città.
Auguro dunque a tutte e tutti noi buon lavoro!